La scrittrice Caterina Pigorini-Beri (1845 – 1924), parmense ma marchigiana d’adozione, scrisse che conoscere la tradizione popolare equivale a “indagare da dove si viene per cercar d’indovinare dove si va”.
È con questo spirito che a Petriolo di Macerata noi dello storico gruppo delle tradizioni popolari maceratesi Pitrió’ mmia, l’associazione l’Orastrana e la Pro Loco Petriolo torniamo a proporre “Il principe dei saltarelli”, il ciclo di incontri sul saltarello marchigiano al modo del nostro paese che già lo scorso anno ha gioiosamente affollato il Teatro Comunale.
“Il principe dei saltarelli” è un modo per incontrarsi e riscoprire con gioia la nostra identità, le nostre tradizioni popolari e con esse il nostro territorio che non è solo il suolo che calpestiamo ma, anche e soprattutto, la complessa, antica cultura popolare alla quale tutti noi apparteniamo.
Riscoprire le radici, scrivevamo a Petriolo lo scorso anno, “non significa tornare ad aggrapparsi a inutili campanilismi di vecchio stampo ma vuol dire prendere coscienza di essere comunità all’interno di una comunità, agire localmente e pensare globalmente”.
Lo sapeva anche la Pigorini-Beri, che già nel 1889 presagiva la glocalizzazione affermando che mantenere le radici equivale a “scendere a scrutare quella sapienza d’istinto che è la forza dei popoli; di studiarne le espressioni del carattere per cavarne quell’idea, che deve salvarci e rianimare il culto nazionale” prima che la civiltà “livellatrice” faccia con noi “come la falce che uguaglia tutte le erbe del prato”.
A Petriolo crediamo di averlo capito bene e così abbiamo deciso che, se da qualche parte bisognava partire, non c’era cosa migliore che farlo dal saltarello, che qui sopravvive ancora incontaminato come un secolo fa.
Quel saltarello che, scrivevamo lo scorso anno, “è l’espressione genuina della antica tradizione della Marca centrale, è quello che siamo stati, quello che siamo tuttora, le nostre radici. E le radici vanno curate con amore, perché senza radici la pianta cade. Poi un giorno non lontano, davanti a quell’albero morto, qualcuno verrà da fuori a insegnarci la sua versione della nostra cultura popolare o, peggio, a proporcene una totalmente inventata, e noi non sapremo riconoscere il vero dal falso”.
Il ciclo di incontri è dedicato con amore al petriolese Giovanni Ginobili (24 gennaio 1892 – 17 ottobre 1973), poeta vernacolare e padre nobile dell’etnomusicologia moderna nelle Marche, che per gran parte della sua vita pure sentì l’urgenza interiore delle radici e tantissimo fece per la ricerca e la conservazione della cultura della nostra terra.
Il primo appuntamento, per le iscrizioni e per conoscersi, è fissato per la sera di mercoledì 26 marzo 2013, alle ore 21.30, presso il Teatro Comunale di Petriolo MC (mappa).
La partecipazione è gratuita.
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